Share This Article
Inauguriamo la rubrica del Markettaro Mascherato. Confessioni di un Social Media Manager alle prese col buffo mondo del marketing operativo.
Come trovare (e tenersi) un lavoro di Social Media Cose… e vivere comunque male.
[alert heading=”ATTENZIONE – ARTICOLO AD ALTO CONTENUTO IRONICO” type=”alert-info” block=”false” close=”true”]Il seguente articolo contiene ironia e sarcasmo. Invitiamo tutti coloro che ne sono privi a leggere rubriche più impegnative e meno fraintendibili. Per gli altri, buona lettura![/alert]Salve a tutti. Se state leggendo questo articolo probabilmente già lavorate, o vi piacerebbe lavorare, in questo mondo buffo, bruttissimo e speciale che è il web marketing operativo. Se siete qui in qualità di semplici lettori, siete qui per farvi due risate. Se siete del settore… beh… ci sono modi peggiori per sprecare la vita, no? Ma se proprio volete intignarvici…
Voglio rivolgermi a quelli che si approcciano al mondo del lavoro, dopo tre, o cinque anni di università in una facoltà teorica e dal nome altisonante (tipo Scienze di qualcosa, Estetica di qualcos’altro etc.).
Questi scellerati, reputandosi troppo intelligenti per accontentarsi del lavoretto da cameriere il sabato sera, o di dare i volantini agli angoli delle strade, si avvicinano alla fantastica pratica di impersonare qualcuno che non siano loro stessi, su Facebook, per soldi. Il magico mondo del Social Media Management.
Prima di tutto partiamo dal presupposto, ragazzi, che il SMM vuol dire tutto e vuol dire niente: ci saranno clienti che vi chiederanno di fare l’ecommerce, clienti che vi chiederanno di fare SEO (non sapendo cosa sia, ma questa parola sembra instillare una strana luce di follia negli occhi degli imprenditori…), altri che vi chiederanno di “cercare di monetizzare gli ascitags, insomma, no, quelli cor cangelletto davandi“. Preparatevi, chiameranno comunque tutto questo Social Media Management.
Se vogliamo rimanere sulle basi, il vostro lavoro dovrebbe consistere semplicemente in questo:
- Postare contenuti all’orario in cui c’è maggiore probabilità che il vostro pubblico sia online, usando le parole che con più probabilità vi faranno suscitare interesse, ed invoglieranno gli utenti a ricondividerlo.
- Stimolare il vostro pubblico a cacarvi e\o fare in modo che il pubblico si senta cacato.
- Dovrete produrre immagini, infografiche, copy di meno di 7 righe.
- Dovrete guardare i profili degli altri e capire cosa va bene e cosa no.
- Dovrete gestire le crisi sui commenti e rispondere ai messaggi degli utenti.
Dovrete essere, appunto, qualcuno che non siete: sorridenti, educati, preparati… Ogni giorno. A metà tra un fidanzato ed un callcenter di un ospedale.
Tutto quello che esula da questo, non è Social Media Management. E voi, comunque, dato che siete come me dei morti di fame bisognosi di avere almeno un pasto al giorno, imparerete a fare tutto quello che non è il vostro lavoro.
Di solito dovrete essere tutto quello che serve al vostro nuovo padrone e lord reggente datore di lavoro, cercando di rimanere però chiari su un paio di punti…
Il giusto compenso per un Social Media Manager.
Il consiglio che posso darvi è… tenetevi bassi… molto bassi. Se riuscite a far credere a Luigi Garranciuolo, gestore di Gigi Pizza in una periferia che neanche ha il fascino hipster della periferia e che vuole provare a fare “volantinaggio sul web” (senza spendere in Ads, ovviamente), che costate meno di un cameriere, ma gli portate almeno il doppio dei clienti… avete vinto.
Quindi, sostanzialmente, proponetevi a 500 euro (o anche meno, o anche di più, fate voi… valutate) e ditegli di fare una prova per almeno 3 mesi più altri 3 se le cose andranno bene.
Usate meno inglesismi possibile, tanto non li capirà. Niente frasi come: “Nel primo step analizzeremo con un benchmark di competitor e follower per targettizzare l’offerta, nel secondo andremo a creare dei lead diretti con i golden consumers e nel terzo faremo un report delle best activities…“
Non scendete sotto i 500 euro, sopratutto se siete a partita IVA. Male che vada, dedicateci 15 ore a settimana facendogli credere che avete lavorato di più. Dopo i 3 mesi fate il report e…
Obiettivi comuni per una strategia social.
Ovvero: tecniche base per evitare di sentirsi dire che non si è soddisfatti del lavoro.
Come sapete, sui social si possono fare un milione di cose.
Ecco.
Voi sceglietene due. (Inventatevi una bugia credibile… l’ingaggio, il tempo, la strategia… frottole: avrete così un milione meno due cose da proporre per i prossimi mesi).
Condividete col cliente una strategia e che sia chiara. Non seguitelo nei suoi vaneggiamenti: “VOGLIO PIÙ CLIENTI” non è una task che potete portare a termine, ma potete aiutarlo a raggiungere le persone interessate alla sua proposta…
Quindi ditegli già dall’inizio: “Questo mese, se sei d’accordo, ci dedicheremo ad aumentare i tuoi seguaci \ aumentare gli iscritti ad una mailing list \ aumentare la portata dei tuoi post…“. Non tutto assieme.
E alla fine, dato che qualunque cosa voi stiate facendo tanto la starete facendo meglio di come era precedentemente… portategli risultati misurabili. Numeri. “Volevi i big likes? Eccoteli“. “Volevi che questo pidocchioso post dove dici che siete aperti alle 12 arrivasse a tutti quelli che pensavi fossero in cerca di (INSERIRE PRODOTTO) alle 12? Ecco qui la statistica.“
Se vi risponde “Eh ma la gente poi non ha comprato” non rispondete mai (anche fosse vero) che forse, e dico forse: “la colpa è del prodotto, o dell’idea malsana che hai dei social come piazza dove tutti stanno aspettando proprio te e le tue proposte commerciali“.
Voi ditegli che la vostra task l’avete compiuta… e comunque finalmente è entrato nel magico mondo della modernità internez webbe come un’azienda del… boh… 2004. Tutto questo per meno di 20 euro al giorno.
— TO BE CONTINUED —