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Il termine “viral marketing” fu inventato da Steve Jurvetson nel 1997. Esistono più di 30 sinonimi, i più interessanti sono cascading style marketing, centrifugal marketing, exponential marketing, propagation marketing, self-perpetuation marketing, self-propogation marketing, wildfire marketing. Questa strategia di vendita sfrutta tecniche che inducono i siti Internet e i loro utenti a trasferire comunicazioni di tipo promozionale ad altri navigatori (spesso in maniera involontaria), facendo crescere in modo esponenziale la visibilità del messaggio e i suoi effetti. Il viral marketing incoraggia lo scambio d’informazioni circa l’uso di prodotti e servizi, creando cioè messaggi “infestati” da concetti, frasi, link, firme elettroniche, immagini che vengono assorbiti e utilizzati facilmente dai destinatari che replicano, dopo poco tempo, i comportamenti del mittente. Fondamentalmente si tratta di un meccanismo che innesca l’auto-propagazione spontanea di un prodotto o di un brand. Strumenti ideali per generare viral marketing sono ad esempio: mailing list, programmi di affiliazione, cartoline virtuali, calendari, pagine Web personali, tutte le killer application che ospitano messaggi pubblicitari, le free e-mail, i tool per la comunicazione, i periodi di prova dei software (che inducono alla diffusione di crack e password molto spesso non contrastata dagli stessi produttori).